Sale. — Benedetto il mio simpatico amico Mussi, di cui non divido tutte le opinioni politiche, ma di cui ammirò la pertinacia nel far esonerare il sale da ogni tassa. Un pizzico di sale di più nella pentola del povero, vuol dire tanti globuli rossi di più nel suo sangue, e quindi tanto più di forza nelle vene di tutto il popolo italiano.
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Sale. — Benedetto il mio simpatico amico Mussi, di cui non divido tutte le opinioni politiche, ma di cui ammirò la pertinacia nel far esonerare il
Sedano. – I nostri antichi padri, i Romani, nei loro conviti si incoronavano il capo di sedano per tener lontana l'ebbrezza; noi non portiamo più queste corone, perchè abbiamo perduto la fede nella loro virtù antialcoolica, ma continuiamo a mangiare il sedano crudo come antipasto e il sedano cotto in molti intingoli diversi. Il sedano è molto eccitante e per molti ventricoli indigesto.
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Sedano. – I nostri antichi padri, i Romani, nei loro conviti si incoronavano il capo di sedano per tener lontana l'ebbrezza; noi non portiamo più
Quest'aneddoto è mediocremente interessante, ma assai più curioso è quello dell'Arcicancelliere Cambacérès, che disputava ai suoi tempi il principato della tavola con Murat, Junot, M. De Cussy e Talleyrand. Nello stesso giorno ricevette una volta due sturioni mostruosi, uno di 162 e l'altro di 187 libbre. Servirne uno solo, era perder l'altro; servirli entrambi era far sfigurare il minore di faccia al maggiore. Il problema del fasto e della vanità fu sciolto in questo modo. Si fece comparire lo sturione più piccolo, adagiato sopra una piccola scala in un letto di fronde e di fiori. Il capo e la coda riposavano sulle spalle di due sottocuochi, e il pesce fece il giro della tavola, preceduto da flauti e da violini, raccogliendo l'ammirazione di tutti i convitati. Al momento di escire dalla sala da pranzo per essere trinciato, il grosso pesce scivolò dalla scala e cadde per terra, grazie a un falso passo di un sottocuoco. Un lungo grido di disperazione escì dalle labbra dei convitati, ma la voce di Cambacérès dominò il tumulto e con una semplicità degna d'un vecchio romano, gridò: Servite l'altro!
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Quest'aneddoto è mediocremente interessante, ma assai più curioso è quello dell'Arcicancelliere Cambacérès, che disputava ai suoi tempi il principato
Brillat Savarin nella sua famosa Physiologie du goût ebbe il torto di classificare il tacchino ai tartufi fra gli arrosti. Questa eresia culinaria irritò il signor De Courchamps, il vecchio amico dei Lauraquais e dei Ximenes, che aveva assistito le tante volte alle cene di Sofia Arnould e del Maresciallo di Richelieu. Egli attaccò vivamente il Brillat- Savarin in queste linee, che, secondo Dumas, dimostrano lo sprezzo profondo che la nobiltà della spada ebbe sempre per la nobiltà della cappa.
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Brillat Savarin nella sua famosa Physiologie du goût ebbe il torto di classificare il tacchino ai tartufi fra gli arrosti. Questa eresia culinaria
E noi continuiamo il nostro sterile apostolato a favore del più maltrattato dei nostri sensi, raccomandando caldamente la casa Pierrugues, che fabbrica profumi per nulla inferiori a quelli d'Inghilterra e di Francia e che hanno anche il vantaggio di costar poco.
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E noi continuiamo il nostro sterile apostolato a favore del più maltrattato dei nostri sensi, raccomandando caldamente la casa Pierrugues, che
Le vetture del tipo esposto hanno su quelle ordinarie il vantaggio di una minore resistenza al traino, essendochè in esse è inferiore il rapporto fra il numero di passaggieri che possono trasportare ed il peso morto.
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Le vetture del tipo esposto hanno su quelle ordinarie il vantaggio di una minore resistenza al traino, essendochè in esse è inferiore il rapporto fra
Il Comune di Acqui, che è il fortunato proprietario di queste Terme e che ha alla sua testa quel valentuomo del Senatore Saracco, ha serie intenzioni di migliorare il servizio sanitario, apportandovi tutti quei miglioramenti che sono il frutto del continuo progresso dell'arte idrologica. La nuova Impresa Cristiani è degna in tutto di assecondare gli intendimenti del Comune di Acqui, e noi speriamo di vedere tra poco collocate queste Terme in quell'alto posto, a cui hanno diritto per virtù di natura e per consenso di una secolare esperienza.
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Il Comune di Acqui, che è il fortunato proprietario di queste Terme e che ha alla sua testa quel valentuomo del Senatore Saracco, ha serie intenzioni
Bello il cielo, ridente il paese, l'aria inebbriante, simpatico il dott. Valsecchi, dottissimo il prof. Visconti. — O voi tutti che avete bisogno di acque fresche e di ottima cucina, andate dunque a Regoledo.
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Bello il cielo, ridente il paese, l'aria inebbriante, simpatico il dott. Valsecchi, dottissimo il prof. Visconti. — O voi tutti che avete bisogno di
Angelica. — Pianta aromatica, a cui in Scandinavia si attribuisce la rara virtù di prolungare la vita e che da noi non si mangia che confettata. Profuma il fiato, favorisce la digestione e combatte la flatulenza. Anguilla. — Pesce molto saporito, ma che non è per tutti di facile digestione, essendo molto ricco di grasso e potendone avere perfino il 23 per cento del proprio peso. Il levare ad essa la pelle prima di cuocerla e l'aromatizzarla fortemente può in parte togliere l'inconveniente della poca digeribilità. Il grongo è un'eccellente e grossa anguilla marina e il celebre capitone, che forma la delizia dei Napoletani nella vigilia del Natale, è l'anguilla delle Lagune di Comacchio.
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. Profuma il fiato, favorisce la digestione e combatte la flatulenza. Anguilla. — Pesce molto saporito, ma che non è per tutti di facile digestione, essendo
Beccaccino. — Alcuni pretendono che il beccaccino sia migliore della beccaccia, ma io non sono di questo avviso e mi limito a dire: unum facere et aliud non ommittere. Mangiate la beccaccia e non dimenticate il beccaccino.
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Beccaccino. — Alcuni pretendono che il beccaccino sia migliore della beccaccia, ma io non sono di questo avviso e mi limito a dire: unum facere et
Beccafico. — Uno dei più ghiotti bocconi che la Provvidenza abbia concesso al bipide implume. Deve esser cotto in carta burraia e sotto la cenere. Il canonico Charcot ci ha insegnato il metodo migliore per mangiar un beccafico:
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Beccafico. — Uno dei più ghiotti bocconi che la Provvidenza abbia concesso al bipide implume. Deve esser cotto in carta burraia e sotto la cenere. Il
Una cronaca forse calunniosa ci racconta che il re Ferdinando di Napoli spendeva cinque milioni per costruire il palazzo di Capodimonte, perchè su quella collina si fermavano di preferenza i beccafichi. E la voce calunniosa continua a dire che in un Consiglio di ministri, nel quale si doveva decidere se fosse il caso di fare o no la guerra alla Francia, giunta la notizia che un volo magnifico di beccafichi si fosse fermato a Capodimonte, il re che voleva dare il suo veto, non seppe contenersi e fuggì dicendo: fate ciò che volete e che il diavolo vi porti!
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Una cronaca forse calunniosa ci racconta che il re Ferdinando di Napoli spendeva cinque milioni per costruire il palazzo di Capodimonte, perchè su
Chi sa far il caffè colla cogoma veneziana prepara in generale il migliore dei caffè possibili e senza macchine. È un infuso-decotto, che esige però una semplicissima cosa, del genio; il genio della misura e del tempo, base d'ogni grandezza politica.
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Chi sa far il caffè colla cogoma veneziana prepara in generale il migliore dei caffè possibili e senza macchine. È un infuso-decotto, che esige però
Per sè stesso e per se solo il caffè non favorisce la digestione, ma quando sembra aiutarla è perchè è preso caldo o perchè i nervi del ventricolo subiscono un'eccitamento di abitudine. Per molti ventricoli anzi il caffè rallenta o arresta la digestione.
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Per sè stesso e per se solo il caffè non favorisce la digestione, ma quando sembra aiutarla è perchè è preso caldo o perchè i nervi del ventricolo
E il codicillo continua: Si sono inventate a quest'ora non meno di 3758 macchine da caffè; eppure dopo una lunga esperienza trovo che la migliore è fra le più antiche e le più semplici, quella che si fa capovolgere, facendo passare l'acqua bollente attraverso il caffè chiuso fra due filtri foracchiati.
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E il codicillo continua: Si sono inventate a quest'ora non meno di 3758 macchine da caffè; eppure dopo una lunga esperienza trovo che la migliore è
Io però nei miei viaggi nell'interno d'America ho preparato dell'ottimo caffè in un modo ancor più semplice che il veneziano. Mettendo in un cencio di tela nuova la polvere di caffè e nella mia barchetta di cuoio dello zucchero. Nelle case di posta trovava sempre dell'acqua bollente pronta per preparare il mate: versava l'acqua attraverso la tela e la raccoglieva nella barchetta. È vero però che il caffè era di Yungas e lo zucchero era dell'Avana! Per preparare un buon caffè dovete avere un tostino perfettamente rotondo, riscaldarlo prima lentamente e impiegare nella torrefazione non meno di tre quarti d'ora; versarlo poi rapidissimamente sopra una lastra di metallo o di pietra e poi rinchiuderlo gelosamente in cristallo. Non macinatelo che volta per volta quando volete prenderlo. Il mio illustre amico Govi lo macina da sè in un mortaio di agata; ma l'illustre fisico e storico della scienza Prof. Govi è il primo buongustaio e preparatore di caffè che abbiano l'Oriente e l'Occidente. Prima di morire non lasci di scrivere un libro sul modo migliore di fare il caffè.
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Io però nei miei viaggi nell'interno d'America ho preparato dell'ottimo caffè in un modo ancor più semplice che il veneziano. Mettendo in un cencio
Capra. — Noi non mangiamo che il capretto o la capra giovane di tre o quattro mesi al più, essendo l'animale adulto molto coriaceo e di forte gusto ircino. Mangiate il capretto allo spiedo e conditelo di erbe aromatiche, come ci ha insegnato Jean Leclercq nel suo antico francese:
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Capra. — Noi non mangiamo che il capretto o la capra giovane di tre o quattro mesi al più, essendo l'animale adulto molto coriaceo e di forte gusto
«Quando voi vorrete prendere della buona cioccolatta, fatela fare il giorno prima in una caffettiera di maiolica e lasciatevela. Il riposo della notte la concentra e le da un vellutato, che la rende molto migliore. Il buon Dio non può offendersi di queste piccole raffinatezze, perchè egli stesso è tutto eccellenza.»
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«Quando voi vorrete prendere della buona cioccolatta, fatela fare il giorno prima in una caffettiera di maiolica e lasciatevela. Il riposo della
Ciriegia. — Frutto allegro come la boccuccia d' un fanciullo, galantuomo come il primo pensiero d'una ragazza, fresco come il sorriso della primavera, salubre come la carezza della mamma. Quando le ciliegie son mature, lasciatele mangiare e mangiatene finchè volete e senza paura, purchè i noccioli si sputin fuori. Ebbe ragione Dollfuss di scrivere una monografia sulle ciriegie fin dal 1717 (Cersalogia medica. Basileæ 1717) e avrebbe ragione il medico-poeta che oggi scrivesse un simpatico volumetto su questo bellissimo frutto della zona temperata.
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Ciriegia. — Frutto allegro come la boccuccia d' un fanciullo, galantuomo come il primo pensiero d'una ragazza, fresco come il sorriso della primavera
Fagiano. — Non invidiate ai principi il poter mangiar fagiani, perchè la loro carne non è molto migliore di quella d'un cappone, e lo ripeto malgrado il verso famoso di Voltaire:
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Fagiano. — Non invidiate ai principi il poter mangiar fagiani, perchè la loro carne non è molto migliore di quella d'un cappone, e lo ripeto malgrado
Fagiuolo. — Il dizionario, che è più capriccioso di una bella signora, mette avanti al più aristocratico degli uccelli, il più plebeo dei legumi. Habent sua fata.... phaseoli. I fagiuolini verdi e tenerelli sono fra le verdure più salubri; i fagiuoli maturi sono spesso flatulenti ed anche indigesti, se poco cotti o se cotti in un'acqua cruda (Vedi Igiene della Cucina) che non possa cuocerli. In quest'ultimo caso basta mettere nella pentola un pizzico di carbonato di soda o un sacchetto di cenere. Pitagora proibiva ai suoi scolari il mangiar fagiuoli, forse perchè non fosse disturbato il severo silenzio della scuola da suoni inopportuni e forse per la stessa ragione il fagiuolo era già stato dichiarato impuro dai sacerdoti dell'antico Egitto. Noi non siamo tanto severi quanto Pitagora e i preti egiziani, ma raccomandiamo di mangiar solo i fagiuoli a buccia sottile e ben cotti. Ottimi sono quelli di Soissons, migliori ancora quelli di Trebisonda.
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Fagiuolo. — Il dizionario, che è più capriccioso di una bella signora, mette avanti al più aristocratico degli uccelli, il più plebeo dei legumi
Fegato. — È ottimo alimento, ma non deve esser troppo cotto, perchè un'eccessiva cottura lo rende più duro e meno digeribile. Il fegato di vitello è il migliore ed è eccellente, se cotto allo spiedo, con lardo e spezie. Perchè il fegato tenga fermo sullo spiedo, conviene riscaldare fortemente il ferro prima di trapassarne la vittima.
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Fegato. — È ottimo alimento, ma non deve esser troppo cotto, perchè un'eccessiva cottura lo rende più duro e meno digeribile. Il fegato di vitello è
Il cacio fresco è quasi inodoro, il cacio vecchio e grasso può essere fetido come.... le cose più fetide di questo mondo e può essere tutto un museo di funghi, di infusorii, di acari, ecc., ecc. Quanto alla digeribilità dei formaggi, essa dipende dal ventricolo che deve digerirlo. Vi è Tizio, che senza un pezzetto di stracchino ben fetido non può digerire il suo pranzo e vi sono io, che avrei il chòlera morbus, se assaggiassi il Rochefort o altro formaggio molto ammoniacale. Un piccolo pezzetto di lodigiano vecchio, che fila e geme le sue lagrime profumate sull'instabilità delle cose umane, è un ottimo digestivo per quasi tutti i ventricoli del mondo.
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Il cacio fresco è quasi inodoro, il cacio vecchio e grasso può essere fetido come.... le cose più fetide di questo mondo e può essere tutto un museo
Fra i caci grassi migliori vanno messi il mascarpone di Lombardia, la ricotta di Roma e di Napoli, lo stracchino lombardo e il formaggio del becco di Acqui (divino), il Rochefort. Fra i caci magri o semimagri, ottimi sono il lodigiano, il Grujère, l'olandese, il Chester. Il formaggio è sempre molto nutritivo, ed è una quasi carne.
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Fra i caci grassi migliori vanno messi il mascarpone di Lombardia, la ricotta di Roma e di Napoli, lo stracchino lombardo e il formaggio del becco di
Fragola. — Frutto che nella sua modestia ha bello l'aspetto, caro il profumo, squisito il sapore, bello il nome; bella ogni cosa. È uno dei baci più gentili che dà la terra quando fa all'amore col sole, suo amante eterno. La violetta è il profumo di quei baci, la fragola ne è il sapore; l'una e l'altra degne di star vicine e di nascondere le loro virtù nella modesta oscurità delle siepi alpine e dei burroni silvestri.
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Fragola. — Frutto che nella sua modestia ha bello l'aspetto, caro il profumo, squisito il sapore, bello il nome; bella ogni cosa. È uno dei baci più
Frumento.—Principe dei cereali, che quando ondeggia colle sue bionde spighe in un campo, sembra benedirlo e promettere all'uomo l'abbondanza e la felicità. Hanno ragione i contadini di chiamar peccato il gettar via il frumento e ha ragione la bellissima lingua toscana di chiamare grano il frumento, quasi solo avesse diritto di chiamarsi così (Vedi Farina, Pane.)
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felicità. Hanno ragione i contadini di chiamar peccato il gettar via il frumento e ha ragione la bellissima lingua toscana di chiamare grano il frumento
Lepre. — Piccolo mammifero che è delizia di cacciatori e di ghiottoni e che anche l'igienista più puritano accetta sulla sua mensa, purchè non sia troppo frollo o non indigesto per condimenti troppo pesanti o grassi o irritanti. S'è perfino preteso che il mangiar spesso la lepre ci renda belli; e la scarsità delle lepri e il loro caro prezzo (almeno fra noi) potrebbe allora spiegare il numero considerevole di brutti e, ahimè! anche di brutte.
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troppo frollo o non indigesto per condimenti troppo pesanti o grassi o irritanti. S'è perfino preteso che il mangiar spesso la lepre ci renda belli; e
Limone. — Se alcuni non mangiassero i limoni, come se fossero mele o pesche, il limone dovrebbe essere messo fra le bevande e con molto più ragione che non il latte, perchè questo è proprio un vero alimento liquido, e il limone invece si consuma quasi unicamente sotto forma di limonata. Il succo acido che ci è dato dal limone è fra i più simpatici e chiuso com'è in una buccia tutto aroma e bellezza, è ben degno dell'albero divino che fiorisce dove sorride sempre il sole. Non possono mangiare impunemente i limoni che quelli che hanno denti dotati di duro smalto e che non si allegano per influenza di alcun succo acido o dell'aceto. In tutti gli altri il succo del limone intacca i denti e li guasta.
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Limone. — Se alcuni non mangiassero i limoni, come se fossero mele o pesche, il limone dovrebbe essere messo fra le bevande e con molto più ragione
Il cibo, la bevanda e il letto non appagano nessun cuore di uomo; il passato non ci piace; il presente non ci accontenta e sempre coll'occhio fisso nell'avvenire lontano speriamo, tutti e sempre un meglio e un ottimo, che non sono quelli di ieri e di oggi. E questa è la vera morale, la base d' ogni progresso; è l'unica e vera religione umana.
Almanacco igienico popolare del dott. Paolo Mantegazza
Il cibo, la bevanda e il letto non appagano nessun cuore di uomo; il passato non ci piace; il presente non ci accontenta e sempre coll'occhio fisso
La noce moscata è fra gli aromi uno di quelli che più fortemente eccitano il ventricolo; il cuore ed altre cose. Ho conosciuto qualche epicureo, che con secondi fini, raschiava sempre un po' di noce moscata nel vino. In Oriente si aggiunge talvolta al tè la corteccia dell'albero e per terzi fini.
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La noce moscata è fra gli aromi uno di quelli che più fortemente eccitano il ventricolo; il cuore ed altre cose. Ho conosciuto qualche epicureo, che
Padronissimi di non credere a tutte queste belle cose, che delle oche ci racconta Giulio Cesare Scaligero, ma darete fede al chimico Mimery, il quale ha conosciuto un'oca che faceva girare uno spiedo, su cui si arrostiva un tacchino (Oh crudeltà fraterna!). Quell'oca intelligente teneva l'estremità dello spiedo nel becco, e allungando e accorciando il collo, faceva debitamente il suo dovere.
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Padronissimi di non credere a tutte queste belle cose, che delle oche ci racconta Giulio Cesare Scaligero, ma darete fede al chimico Mimery, il quale
Pepe. – Aroma potente e popolare, che venutoci dalle regioni ardenti del tropico orientale condisce la zuppa del povero operaio senza sdegnare di rendere pizzicanti anche gli intingoli del re. È un brutto scherzo il dire che il pepe rinfresca: sarebbe come dire che la lattuga ci infiamma e una bella donna ci fortifica. Il pepe eccita ghiandole salivari, ghiandole gastriche e ogni cosa, irrita gli intestini delicati, ed è un veleno per gli emorroidarii, gli erpetici e l'immenso stuolo degli irritabili: conviene invece alle persone di temperamento malvaceo e fatti di carne di zucca. Il pepe bianco non è che il pepe nero privato della sua buccia ed è meno forte di questo. Il proverbio caro come il pepe è un antico ricordo storico del valore che si dava un tempo al pepe. Basti dire, che ebbe l'onore di servire di riscatto a Roma e che nel medio evo si pagavano ancora molti tributi e molte imposte col pepe.
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rendere pizzicanti anche gli intingoli del re. È un brutto scherzo il dire che il pepe rinfresca: sarebbe come dire che la lattuga ci infiamma e una
Pesce. — Il pesce, come già disse un grande scrittore di cose gastronomiche, è meno nutriente della carne, più succulento delle erbe e quindi un vero mezzo-termine, che conviene a quasi tutti e che si può permettere anche ai convalescenti. Alcuni pesci però, come il tonno, il laserto e alcuni altri non sono secondi alla carne di bue neppure per la loro virtù nutritiva. I più digeribili fra i pesci sono i più magri; come le sogliole la triglia, il pesce persico, la trota ecc. Sono invece di digestione più difficile quelli molto grassi, quali l'anguilla, la murena, il muggine. Il pesce deve sempre essere freschissimo e la sua salubrità non deve essere sciupata da intingoli malsani. Montesquieu attribuisce la immensa popolazione della China all'uso continuo che fanno i Chinesi del pesce e i Parigini sarebbero forse più virtuosi, se non consumassero ogni anno due milioni di lire in pesci d'acqua dolce e sei milioni in pesci di mare.
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Pesce. — Il pesce, come già disse un grande scrittore di cose gastronomiche, è meno nutriente della carne, più succulento delle erbe e quindi un vero
Popone. — Frutto che non è digeribile egualmente per tutti e che deve esser sempre tenero e maturo per non riuscir pesante al ventricolo. I ghiottoni mangiano spesso il popone con zucchero e pepe, e quando non vi sia una speciale intolleranza per questo aroma l'igiene v'ha d'accordo colla gola, perchè in questo modo il popone si digerisce meglio e pare che lo zucchero neutralizzi l'acredine del pepe e questo rialzi l'aroma del frutto. È pure utile costume bevere sopra il popone qualche sorso di vino spiritoso o di cognac. Non è provato che il popone disponga alle febbri nei paesi miasmatici, ma può darsi, che riescendo spesso indigesto, l'indigestione apra per conto proprio la porta alle terzane.
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mangiano spesso il popone con zucchero e pepe, e quando non vi sia una speciale intolleranza per questo aroma l'igiene v'ha d'accordo colla gola
Il prezzemolo è un aroma sano, ma non se ne deve abusare, perchè è eccitante. La sua radice è più stimolante delle foglie e va raccomandata a giovani sposi, che innalzano il loro inno di gaudio al creatore.
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Il prezzemolo è un aroma sano, ma non se ne deve abusare, perchè è eccitante. La sua radice è più stimolante delle foglie e va raccomandata a giovani
Quaglia. — Il più piccolo, il più gentile dei nostri gallinacei e che ingrassando facilmente ci offre un boccone salubre e saporitissimo. Mangiatela sempre a lesso o arrosto, senza sciuparla con intingoli troppo saporosi e che nascondono il profumo delicatissimo che possiede la quaglia.
Almanacco igienico popolare del dott. Paolo Mantegazza
Quaglia. — Il più piccolo, il più gentile dei nostri gallinacei e che ingrassando facilmente ci offre un boccone salubre e saporitissimo. Mangiatela
Raperonzolo. — Chi ha abitato per qualche tempo Firenze deve ricordare il canto nasale e corale, con cui i venditori pubblici di insalate silvestri gridano per le vie: Insalatina di campo... raperonzoli e radicchio! Il raperonzolo è gustoso ma di digestione non troppo facile: è dato dalle foglie e dalle radici della Campanula rapunculus.
Almanacco igienico popolare del dott. Paolo Mantegazza
Raperonzolo. — Chi ha abitato per qualche tempo Firenze deve ricordare il canto nasale e corale, con cui i venditori pubblici di insalate silvestri
Il risotto è una delle massime glorie della cucina milanese e per farlo bene esistono forse tante ricette, quante sono le teste degli abitanti di Milano. Accettate pure la ricetta che volete, ma applicate ai grani di riso il motto sublime di Visconti-Venosta: indipendenti sempre, isolati mai!
Almanacco igienico popolare del dott. Paolo Mantegazza
Il risotto è una delle massime glorie della cucina milanese e per farlo bene esistono forse tante ricette, quante sono le teste degli abitanti di